Eccoci qui per il 9° anno consecutivo con il progetto di Peer education – educazione tra pari.
Nel corso degli anni l’adesione a questo progetto è aumentata notevolmente e l’entusiasmo da parte dei ragazzi e delle ragazze, insieme ai docenti è sempre maggiore. Quest’anno ripartiamo con tanta energia per affrontare il tema “Sensibilizzazione sulle dipendenze dalle nuove tecnologie e consumo di tabacco”.
Peer Education – come funziona?
Lo scorso anno un gruppo di ragazzi di quarta ha seguito una formazione gestita in collaborazione con RADIX Svizzera italiana, per diventare dei Peer Educator. I Peer Educator sono ragazzi che ricevono degli strumenti specifici per imparare a gestire i loro coetanei durante dei momenti di scambio all’interno delle classi su un tema specifico. A seconda del tema scelto dalla sede, i ragazzi ricevono poi una formazione sui contenuti specifici. Lo scorso anno a Giubiasco il tema scelto è stato quello delle nuove tecnologie e come queste possono avere, nel loro utilizzo, un impatto problematico nei giovani. Alla fine della formazione, durata 5 mesi, le coppie di Peer Educator nel corso del mese di febbraio sono stati nelle classi di seconda per stimolare la discussione sul tema. Le classi hanno accolto in modo molto positivo i loro coetanei e hanno chiesto a più riprese di poter ripetere l’esperienza poiché hanno ricevuto degli strumenti utili per il loro quotidiano. Durante i momenti di scambio non vi erano adulti presenti – erano però a disposizione in caso di bisogno fuori dall’aula. Nel corso del mese di marzo i peer senior hanno svolto un secondo intervento nelle classi in concomitanza con delle attività speciali organizzate dalla sede.
Avendo lavorato lo scorso anno solo con ragazzi di quarta (Peer Senior), quest’anno non abbiamo più in sede ragazzi con già alle spalle un anno di formazione; dovremo dunque ripartire da zero e reclutare nuovi Peer Educator sia di terza che di quarta.
Oltre alla formazione sul tema principale (gestita da RADIX e dalla Supsi), durante la formazione di base che durerà fino alla primavera 2025, i Peer acquisiranno delle nuove competenze (tra cui la capacità di gestire nuove situazioni e di organizzare efficacemente un tempo formativo definito, saper gestire momenti informativi con i pari, così come contenuti specifici inerenti la prevenzione alle nuove dipendenze).
Parallelamente il team di formatori sarà accompagnato da un gruppo di docenti (quest’anno saranno otto) che fungerà da gruppo di supporto per il progetto. Il loro ruolo sarà fondamentale: oltre a promuovere e sostenere gli interventi pensati dai ragazzi, saranno per loro un punto di riferimento come supervisori e si occuperanno dell’organizzazione pratica e concreta all’interno della sede.
Docente responsabile del progetto è il vicedirettore Andrea Malinverno.
Il progetto è pensato per continuare nel tempo: ogni anno verranno formati dei nuovi Peer Educator, così che, anno dopo anno, questa modalità di prevenzione diventi parte integrante della cultura di sede. Per questo motivo è importante che vi sia la collaborazione e l’adesione da parte di tutta la popolazione coinvolta: i docenti, i genitori e gli allievi.
Perché la Peer Education funziona?
- Perché i ragazzi parlano la stessa lingua.
- Sono più credibili: hanno un patrimonio comune e vivono le stesse esperienze.
- Raccontare un’esperienza a un pari crea meno ansia di deludere o di essere giudicati.
- L’assenza di adulti durante gli interventi tra pari favorisce la libertà di espressione da parte dei ragazzi.
- Si stabilisce un rapporto di maggiore alleanza e collaborazione tra ragazzi e adulti/esperti.